Fitoterapia in menopausa: le erbe per vampate, sudorazioni, ansia, insonnia, osteoporosi e altri disturbi

Donna in menopausa che sta bene
Se la fine dell'età fertile nella donna deprezza la qualità della vita, la fitoterapia offre erbe efficaci contro i disturbi della menopausa quali vampate, ansia, insonnia, osteoporosi.

Nell'adattarsi al graduale declino della produzione di estrogeni e di altri ormoni sessuali femminili che precede e accompagna la menopausa, ossia la definitiva cessazione dell'attività delle ovaie e quindi la scomparsa delle mestruazioni e la fine dell'età riproduttiva, il corpo della donna può andare incontro a una serie di malesseri.

Sudorazioni notturne, vampate di calore (anche chiamate caldane o scalmane), ansia e nervosismo, alterazioni dell'umore, problemi di memoria e concentrazione, secchezza vaginale, calo della libido, aumento di peso e dei valori di colesterolo e pressione sanguigna, demineralizzazione ossea e maggiore predisposizione all'osteoporosi sono i disturbi più frequenti in menopausa.

Alcuni rimedi fitoterapici trovano valida applicazione per contrastare i disagi tipici di questa fase della vita femminile, che si manifestano in modo diverso da donna a donna e sui quali è possibile intervenire efficacemente nell'ottica di un miglioramento complessivo della qualità della vita, come abbiamo già detto nell'articolo dedicato all'uso del magnesio in menopausa.


A "Obiettivo Salute" su Radio 24, il dottor Avoledo, biologo esperto in naturopatia, spiega come rimedi naturali e alimentazione corretta aiutino ad avere una menopausa senza sintomi.


Si tratta di piante contenenti fitoestrogeni, sostanze naturali che hanno una struttura simile a quella degli estrogeni prodotti dall'organismo femminile. A seconda che questi ultimi siano presenti in concentrazioni troppo elevate (come in certi disordini del ciclo mestruale e nell'endometriosi) o troppo basse (come in menopausa) i fitoestrogeni agiscono rispettivamente da antagonisti o da agonisti degli estrogeni endogeni, aiutando a riequilibrare l'assetto ormonale della donna.

Soia (Glycine max) e trifoglio rosso (Trifolium pratense) sono tra le specie più ricche di una particolare classe di fitoestrogeni, gli isoflavoni (tra cui daidzeina, genisteina, gliciteina, biocanina A, formononetina, cumestrolo), che nel corpo si legano ai recettori degli estrogeni ed esplicano in menopausa un'azione similestrogenica, più blanda rispetto agli ormoni di sintesi utilizzati dalla terapia ormonale sostitutiva (TOS), ma comunque efficace nella riduzione dei sintomi menopausali e soprattutto priva dei rischi anche gravi che caratterizzano la cura farmacologica.

Gli effetti positivi di soia e trifoglio rosso si esercitano in primo luogo sulle manifestazioni vasomotorie e neutrovegetative, come vampate, tachicardia e capogiri, ma aiutano anche a migliorare la lubrificazione vaginale, a normalizzare i livelli di colesterolo e trigliceridi e persino ad aumentare la densità ossea e prevenire l'osteoporosi. Cercate le capsule o le compresse di estratto secco di semi di soia o di foglie e sommità fiorite di trifoglio rosso titolato e standardizzato in isoflavoni. Per un'azione più ampia potete anche scegliere prodotti erboristici che contengano entrambe queste piante. Il dosaggio consigliato è in genere di una capsula una o due volte al giorno.

Un altro rimedio naturale indicato per i disturbi della menopausa è la cimicifuga (Cimicifuga racemosa o Actaea racemosa), impiegata nella medicina tradizionale degli indiani d'America e da tempo entrata a pieno titolo anche nella fitoterapia moderna. Oltre agli isoflavoni, la cimicifuga contiene principi attivi (soprattutto glicosidi triterpenici) che sembrano contrastare la produzione dell'ormone luteinizzante (LH), i cui valori tendono ad aumentare in menopausa.

Una nuova ricerca sui benefici di Cimicifuga racemosa in menopausa ha provato che la cimicifuga è efficace per mitigare le vampate, facilitare il sonno, contenere disturbi psicoemotivi come ansia e depressione e persino migliorare il benessere sessuale, senza provocare effetti indesiderati.

La preparazione che suggeriamo sono le capsule di estratto secco di rizoma di cimicifuga titolato e standardizzato in glicosidi triterpenici (il rizoma è il fusto sotterraneo della pianta), da prendere due volte al giorno. Della tintura madre di cimicifuga la posologia è invece 30-50 gocce due-tre volte al dì. E' consigliabile interrompere l'assunzione di cimicifuga dopo qualche mese e fare una pausa di alcune settimane, per poi eventualmente riprendere il trattamento.

Per quanto riguarda effetti collaterali, controindicazioni e interazioni farmacologiche dei fitoestrogeni, gli studi dimostrano che soia, trifoglio e cimicifuga sono piante in genere sicure. Segnaliamo però che la cimicifuga può raramente causare lievi fastidi gastrointestinali e, poiché contiene salicilati, dovrebbe essere evitata da chi è allergico all'aspirina. A dispetto dei timori che i fitoestrogeni potessero favorire il cancro al seno una recentissima metanalisi sul rapporto tra consumo di soia e rischio di tumore mammario che ha preso in esame i risultati di 35 precedenti ricerche ha confermato che non solo una tale associazione non esiste ma che addirittura gli isoflavoni possono esercitare un ruolo protettivo nei confronti di questa neoplasia.

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