Non sono disponibili terapie farmacologiche specifiche per la steatosi epatica. Ma la dieta può guarire il fegato grasso? Facciamo chiarezza, prendendo in esame anche gli integratori alimentari.
La steatosi epatica o fegato grasso (o NAFLD, acronimo di Non-Alcoholic Fatty Liver Disease o, ancora, MASLD, malattia epatica associata a disfunzione metabolica, come è stata recentemente rinominata) è una patologia del fegato senza dubbio diffusa: si stima che ne soffra 1 persona su 4, nella maggior parte dei casi senza saperlo.
Infatti, la steatosi epatica è una malattia che non dà sintomi, se non sfumati o dopo anni, e che usualmente viene scoperta nel corso di un'ecografia dell'addome, di solito svolta per altre ragioni. Al reperto ecografico il fegato steatosico rivela un caratteristico aspetto "brillante", dovuto proprio al grasso in eccesso, sotto forma di trigliceridi, che finisce letteralmente per infarcire le cellule di quest'organo, gli epatociti.
La steatosi epatica è patologia che in genere può considerarsi benigna, ma non priva di possibili complicazioni, prima tra tutte la steatoepatite, un'infiammazione cronica capace di danneggiare il fegato (si parla di NASH, Non-alcoholic Steatohepatitis, steatoepatite non alcolica, per distinguerla dalla steatoepatite provocata dall'abuso di alcol, o, con un termine più corretto e attuale, di MASH, steatoepatite associata a disfunzione metabolica). Il danno infiammatorio agli epatociti può esitare, nel tempo, in fibrosi e quindi in franca cirrosi epatica. Quest'ultima costituisce una patologia grave, degnerativa, che evolve facilmente in epatocarcinoma, il più frequente tumore maligno del fegato. Si tratta, in sostanza, di uno scenario del tutto sovrapponibile a quello che si verifica negli alcolisti, nell'epatite alcolica. Per una buona prognosi della steatosi epatica, la tempestività di intervento si rivela pertanto fondamentale.
A fianco della dieta - strumento imprescindibile di trattamento del fegato grasso -, desidero segnalarvi in questo articolo i migliori nutraceutici per la steatosi epatica, che sono in grado di "completare l'opera" svolta dall'intervento nutrizionale, offrendo spesso un contributo eccellente nella gestione di NAFLD/MASLD e NASH/MASH.
Il ruolo della corretta alimentazione nel fegato grasso non è materia di discussione: la medicina, ancora oggi, non dispone di farmaci specifici contro questa patologia, mentre la dieta rappresenta uno dei pochi presidi terapeutici documentatamente efficaci per la steatosi epatica.
La prima in ordine di importanza riguarda la drastica limitazione degli zuccheri semplici: è necessario imparare a non dolcificare in alcun modo tè, caffè, tisane e simili, evitare le bibite industriali e riservare alle occasioni speciali i dolci di ogni tipo.
Anche la frutta, benché ricca di benefici, non deve essere consumata smodatamente da chi soffre di NAFLD/MASLD, per il suo contenuto di zuccheri e la correlata capacità di innalzare il livello di trigliceridi nel sangue.
Sostanza a cui le persone con fegato grasso farebbero bene a rinunciare del tutto è l'alcol, compreso quello contenuto in vino e birra, bevande verso cui tanti manifestano un'erronea indulgenza. Questa cautela è importante anche nella steatosi di cui stiamo parlando, quella non alcolica, perché l'alcol comunque stimola la produzione di trigliceridi e peggiora l'infiammazione del fegato.
I grassi sono fin troppo demonizzati, ma da parte dei pazienti con steatosi epatica è raccomandabile moderazione nel consumo di grassi saturi, riducendo soprattutto il ricorso a formaggi, ancor più se stagionati o intensamente fermentati, e a salumi e insaccati.
In merito alle quantità da consumare, la dieta deve essere normocalorica o ipocalorica. Tuttavia, se non vi state affidando alle cure di un nutrizionista, che possa impostarvi un piano alimentare su misura - scelta senza ombra di dubbio preferibile -, vi suggerisco di non perdervi in astrusi calcoli e conteggi delle grammature e di optare piuttosto per la pratica "tecnica" di composizione dei pasti che consiglio anche ad alcuni miei pazienti alla Clinica del Cibo.
Si tratta del piatto tris. Va idealmente diviso in tre settori un piatto di dimensioni normali, riservando un settore pari a circa il 50% alle verdure crude e/o cotte; degli altri due settori del piatto, ciascuno del 25%, uno sarà per le proteine e l'altro per i carboidrati (i cui introiti non devono essere ingenti, per evitare la cosiddetta "lipogenesi de novo", processo biochimico tramite il quale il fegato converte i glucidi in eccesso in trigliceridi).
Sono da privilegiare sempre ricette poco elaborate e modalità di preparazione semplici, che non richiedano eccessive quantità di condimento: cottura a vapore, in padella antiaderente, al cartoccio ecc.
Dimagrire e contrastare la sindrome metabolica sono dunque obiettivi imperativi per chi è in sovrappeso e qui la dieta per il fegato grasso deve essere anche una dieta tesa a regolarizzare gradualmente la composizione corporea, ad abbassare la glicemia, a normalizzare il quadro lipidico. In questi casi, è mandatorio farsi seguire da un nutrizionista esperto.
E' tuttavia necessario intervenire per tempo, perché, al contrario, l'evoluzione in cirrosi epatica rappresenta uno scenario privo di possibilità terapeutiche, a parte il trapianto di fegato.
Diversi sono i fitoterapici, i nutraceutici, gli integratori alimentari che svolgono un ruolo di complemento a quello della dieta nel trattamento della steatosi epatica. Alcuni di questi, come l'inositolo, si caratterizzano per una spiccata efficacia e l'esistenza di specifici riscontri scientifici.
All'inositolo e alle sue proprietà salutistiche, di cui non si avvantaggia solo il fegato, ho già dedicato la "monografia" Inositolo o vitamina B7 per ansia, fegato grasso e ovaio policistico.
Vi si aggiungono ulteriori presidi non farmacologici utili contro la steatosi epatica, quali la colina, la vitamina E, gli omega 3, il cardo mariano (Silybum marianum) - in particolare per il suo contenuto di silimarina e, più ancora, di silibina -, la curcuma e persino determinati probiotici, tutti rimedi che, quando correttamente assunti, esaltano i benefici offerti dal cambiamento delle abitudini alimentari e dall'attività fisica nel frenare l'evoluzione del fegato grasso.
La steatosi epatica o fegato grasso (o NAFLD, acronimo di Non-Alcoholic Fatty Liver Disease o, ancora, MASLD, malattia epatica associata a disfunzione metabolica, come è stata recentemente rinominata) è una patologia del fegato senza dubbio diffusa: si stima che ne soffra 1 persona su 4, nella maggior parte dei casi senza saperlo.
Infatti, la steatosi epatica è una malattia che non dà sintomi, se non sfumati o dopo anni, e che usualmente viene scoperta nel corso di un'ecografia dell'addome, di solito svolta per altre ragioni. Al reperto ecografico il fegato steatosico rivela un caratteristico aspetto "brillante", dovuto proprio al grasso in eccesso, sotto forma di trigliceridi, che finisce letteralmente per infarcire le cellule di quest'organo, gli epatociti.
La steatosi epatica è patologia che in genere può considerarsi benigna, ma non priva di possibili complicazioni, prima tra tutte la steatoepatite, un'infiammazione cronica capace di danneggiare il fegato (si parla di NASH, Non-alcoholic Steatohepatitis, steatoepatite non alcolica, per distinguerla dalla steatoepatite provocata dall'abuso di alcol, o, con un termine più corretto e attuale, di MASH, steatoepatite associata a disfunzione metabolica). Il danno infiammatorio agli epatociti può esitare, nel tempo, in fibrosi e quindi in franca cirrosi epatica. Quest'ultima costituisce una patologia grave, degnerativa, che evolve facilmente in epatocarcinoma, il più frequente tumore maligno del fegato. Si tratta, in sostanza, di uno scenario del tutto sovrapponibile a quello che si verifica negli alcolisti, nell'epatite alcolica. Per una buona prognosi della steatosi epatica, la tempestività di intervento si rivela pertanto fondamentale.
Indice dei contenuti
A fianco della dieta - strumento imprescindibile di trattamento del fegato grasso -, desidero segnalarvi in questo articolo i migliori nutraceutici per la steatosi epatica, che sono in grado di "completare l'opera" svolta dall'intervento nutrizionale, offrendo spesso un contributo eccellente nella gestione di NAFLD/MASLD e NASH/MASH.
Steatosi epatica e dieta
Il ruolo della corretta alimentazione nel fegato grasso non è materia di discussione: la medicina, ancora oggi, non dispone di farmaci specifici contro questa patologia, mentre la dieta rappresenta uno dei pochi presidi terapeutici documentatamente efficaci per la steatosi epatica.
1. I cibi da evitare o limitare
Già tanto può essere fatto abbandonando alcune cattive abitudini alimentari che favoriscono la steatosi epatica in modo spiccato (e che spesso sono pure nocive da altri punti di vista).La prima in ordine di importanza riguarda la drastica limitazione degli zuccheri semplici: è necessario imparare a non dolcificare in alcun modo tè, caffè, tisane e simili, evitare le bibite industriali e riservare alle occasioni speciali i dolci di ogni tipo.
Anche la frutta, benché ricca di benefici, non deve essere consumata smodatamente da chi soffre di NAFLD/MASLD, per il suo contenuto di zuccheri e la correlata capacità di innalzare il livello di trigliceridi nel sangue.
Sostanza a cui le persone con fegato grasso farebbero bene a rinunciare del tutto è l'alcol, compreso quello contenuto in vino e birra, bevande verso cui tanti manifestano un'erronea indulgenza. Questa cautela è importante anche nella steatosi di cui stiamo parlando, quella non alcolica, perché l'alcol comunque stimola la produzione di trigliceridi e peggiora l'infiammazione del fegato.
I grassi sono fin troppo demonizzati, ma da parte dei pazienti con steatosi epatica è raccomandabile moderazione nel consumo di grassi saturi, riducendo soprattutto il ricorso a formaggi, ancor più se stagionati o intensamente fermentati, e a salumi e insaccati.
2. Gli alimenti consigliati
Verdura, pesce, carni magre, cereali integrali, legumi, semi e frutta a guscio: è su questi cibi che dovrebbe essere imperniata la dieta di chi soffre di NAFLD/MASLD e, a maggior ragione, di NASH/MASH, evitando tuttavia la monotonia e la ripetitività.I suggerimenti per la salute del fegato del dottor Luca Avoledo, biologo nutrizionista specialista in Scienza dell'Alimentazione ed esperto in naturopatia, ospite de "Il mio medico" su TV2000.
In merito alle quantità da consumare, la dieta deve essere normocalorica o ipocalorica. Tuttavia, se non vi state affidando alle cure di un nutrizionista, che possa impostarvi un piano alimentare su misura - scelta senza ombra di dubbio preferibile -, vi suggerisco di non perdervi in astrusi calcoli e conteggi delle grammature e di optare piuttosto per la pratica "tecnica" di composizione dei pasti che consiglio anche ad alcuni miei pazienti alla Clinica del Cibo.
Si tratta del piatto tris. Va idealmente diviso in tre settori un piatto di dimensioni normali, riservando un settore pari a circa il 50% alle verdure crude e/o cotte; degli altri due settori del piatto, ciascuno del 25%, uno sarà per le proteine e l'altro per i carboidrati (i cui introiti non devono essere ingenti, per evitare la cosiddetta "lipogenesi de novo", processo biochimico tramite il quale il fegato converte i glucidi in eccesso in trigliceridi).
Sono da privilegiare sempre ricette poco elaborate e modalità di preparazione semplici, che non richiedano eccessive quantità di condimento: cottura a vapore, in padella antiaderente, al cartoccio ecc.
3. Altri aspetti dietetici importanti
C'è una considerazione trasversale a quanto detto sopra e che non può essere omessa: la steatosi epatica è più frequente nei soggetti in sovrappeso, obesi, normopeso ma con elevata circonferenza vita, con diabete di tipo 2 o con sindrome metabolica (quel quadro che vede la contemporanea presenza di più condizioni, tra cui sovrappeso, insulinoresistenza, ipertensione arteriosa e alterazione dei livelli ematici di colesterolo e trigliceridi). Come se non bastasse, questi pazienti hanno pure maggiori probabilità di avere la steatoepatite non alcolica (NASH/MASH) piuttosto che la semplice steatosi (NAFLD/MASLD).Antonio Moschetta L'organo chiave per il benessere dell'intero organismo
Mondadori |
Dimagrire e contrastare la sindrome metabolica sono dunque obiettivi imperativi per chi è in sovrappeso e qui la dieta per il fegato grasso deve essere anche una dieta tesa a regolarizzare gradualmente la composizione corporea, ad abbassare la glicemia, a normalizzare il quadro lipidico. In questi casi, è mandatorio farsi seguire da un nutrizionista esperto.
Il fegato grasso può guarire: tra le cure più potenti in assoluto per arrestare, e persino invertire, l'evoluzione della steatosi epatica ci sono il cambiamento delle abitudini alimentari e la pratica di un'attività fisica aerobica (corsa, nuoto ecc.) almeno a giorni alterni.
E' tuttavia necessario intervenire per tempo, perché, al contrario, l'evoluzione in cirrosi epatica rappresenta uno scenario privo di possibilità terapeutiche, a parte il trapianto di fegato.
Oltre la dieta: i nutraceutici per il fegato grasso
Diversi sono i fitoterapici, i nutraceutici, gli integratori alimentari che svolgono un ruolo di complemento a quello della dieta nel trattamento della steatosi epatica. Alcuni di questi, come l'inositolo, si caratterizzano per una spiccata efficacia e l'esistenza di specifici riscontri scientifici.
Integratore alimentare di inositolo e vitamina E con colina, per supportare la normale funzionalità del fegato
ProminAll'inositolo e alle sue proprietà salutistiche, di cui non si avvantaggia solo il fegato, ho già dedicato la "monografia" Inositolo o vitamina B7 per ansia, fegato grasso e ovaio policistico.
Vi si aggiungono ulteriori presidi non farmacologici utili contro la steatosi epatica, quali la colina, la vitamina E, gli omega 3, il cardo mariano (Silybum marianum) - in particolare per il suo contenuto di silimarina e, più ancora, di silibina -, la curcuma e persino determinati probiotici, tutti rimedi che, quando correttamente assunti, esaltano i benefici offerti dal cambiamento delle abitudini alimentari e dall'attività fisica nel frenare l'evoluzione del fegato grasso.
Articolo di
Biologo nutrizionista, specialista in Scienza dell'Alimentazione, dottore magistrale in Scienze della Nutrizione Umana, dottore magistrale in Scienze Naturali, master in Naturopatia.
Fonti e bibliografia scientifica
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- Nasr P et al, "Natural history of nonalcoholic fatty liver disease: a prospective follow-up study with serial biopsies", Hepatol Commun, 2017 Dec 27;2(2):199-210.
- Nemer M, Osman F & Said A, "Dietary macro and micronutrients associated with MASLD: Analysis of a national US cohort database", Ann Hepatol, 2024 May-Jun;29(3):101491.
- Pani A et al, "Inositol and Non-Alcoholic Fatty Liver Disease: a systematic review on deficiencies and dupplementation", Nutrients, 2020 Nov 3;12(11):3379.
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