La dieta vegana sembra incuriosire molti, ma gli italiani che abbandonano l'alimentazione senza carne né derivati animali dopo averla provata per qualche tempo sono almeno tanti quanti quelli che ogni anno decidono di adottarla.
Il turn over è elevato e il risultato nel lungo periodo è che il numero dei vegani in Italia non cresce e si cristallizza su cifre da prefisso telefonico, come d'altronde accade nel resto del mondo.
Le statistiche Eurispes 2018 sui vegani italiani
Quanti sono i vegani in Italia? Il Rapporto Italia Eurispes 2018, pubblicato pochi giorni fa, rivela che oggi i vegani italiani sono lo 0,9% della popolazione.
Il crollo del numero dei vegani in Italia è stato netto, dal momento che l'anno scorso coloro che avevano rinunciato agli alimenti animali ammontavano al 3%, secondo il Rapporto Italia Eurispes 2017.
In numeri assoluti, questo significa dunque che oltre 1 milione e 200.000 italiani hanno ricominciato a mangiare carne, pesce, uova o latticini.
Dopo l'exploit dell'ultimo anno, i valori odierni delle percentuali di chi segue la dieta vegana in Italia ritornano ad attestarsi su quelli, molto modesti, degli anni precedenti al 2017.
Il grafico dell'andamento anno per anno del numero dei vegani italiani secondo i dati del rapporto Eurispes in apertura di questo articolo evidenzia visivamente che nel 2013 i vegani in Italia erano infatti già l'1,1%, nel 2014 si è verificata una decisa diminuzione che li ha portati allo 0,6%, nel 2015 si è assistito alla quasi scomparsa dei vegani italiani, crollati a quota 0,2%, che sono poi risaliti nel 2016 all'1%, quindi al 3% nel 2017 e oggi sono ritornati allo 0,9%.
Le ragioni dell'abbandono della dieta vegana
La scelta vegana è, per quegli italiani che la compiono, solo provvisoria, fugace. Sono tantissimi gli ex vegani tornati a una dieta tradizionale.
Un breve video di presentazione del libro "No Vegan - La verità scientifica oltre le mode". |
La colpa è di un modello dietetico - quello esclusivamente fondato sui cibi vegetali - drastico e limitativo, che prevede l'eliminazione di intere categorie alimentari e si rivela difficile da seguire, ad alto rischio di carenze di nutrienti vitali e con conseguenti ricadute negative per la salute, che costringono persino i testimonial più famosi a recedere dalla decisione di consumare solo alimenti vegetali.
Considerato che, sempre secondo il Rapporto Italia Eurispes 2018, la maggioranza relativa (38,5%) di coloro che abbracciano una scelta vegan-vegetariana lo fa proprio per ragioni di salute, nell'erronea convinzione che le diete a ridotto o assente contenuto di alimenti animali siano più sane o addirittura consentano di vivere più a lungo, deve avere l'effetto di una doccia fredda accorgersi a posteriori che essere vegani non equivale affatto a star bene.
Il mondo non sta diventando vegano
Tutto questo accade con buona pace della macchina della propaganda vegana, che, nel tentativo ideologico di convertire quante più persone possibili alla scelta animal free, continua a veicolare affermazioni infondate sui benefici della dieta vegana, sul mondo che starebbe diventando sempre più vegan e sul futuro senza carne che attenderebbe inevitabilmente tutti.
La realtà è che, a distanza di oltre 70 anni dalla nascita del veganismo, le percentuali della popolazione vegana in Italia e nel mondo industrializzato sono ancora ferme tra lo 0,5% e il 3%. Che la dieta vegan stia diffondendosi sempre più è pura leggenda.
E' interessante rilevare, ancora sulla scorta delle statistiche Eurispes 2018, quale sia la considerazione di cui godono i vegani tra chi non lo è: la metà degli italiani (49,4%) a cui è stato chiesto di esprimere un parere sull'argomento considera la scelta vegan estrema e radicale (30,3%) e i vegani fanatici e intolleranti (19,1%).
Articolo di
biologo nutrizionista, dottore magistrale in scienze della nutrizione umana, dottore magistrale in scienze naturali, master universitario in naturopatia.
PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO
Luca Avoledo La verità scientifica, oltre le mode
Sperling & Kupfer |