Nelle linee guida per la riduzione del rischio cardiovascolare, i grandi imputati sono sempre stati i grassi. Nella convinzione che limitare il loro apporto proteggesse cuore e arterie e facesse dimagrire, i lipidi hanno così trovato via via sempre meno spazio nell'alimentazione, complice certo marketing che ha cavalcato la presunta (ed errata) equivalenza tra prodotti “light” e salubrità, con il risultato di spostare esageratamente il baricentro della dieta verso i carboidrati.
Per chi ha sempre attribuito il giusto valore nutrizionale ai grassi, rifuggendo da superficiali demonizzazioni, è un piacere dare la notizia della pubblicazione di moderne e ampie ricerche che incoraggiano una visione più lungimirante, se non addirittura un'inversione di tendenza, stimolando a rivedere il ruolo dei lipidi all'interno di un'alimentazione che voglia definirsi sana.
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Lo studio PURE
Lo studio PURE - Prospective Urban Rural Epidemiology, condotto per dieci anni su un campione di oltre 135.000 persone di 18 diverse nazioni e presentato al congresso annuale della Società Europea di Cardiologia, dimostra che a difendere meglio da malattie cardiache e vascolari fatali è una dieta ad alto introito di grassi e basso contenuto di carboidrati.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The Lancet e le conclusioni sono inequivocabili: contenere eccessivamente l'assunzione di alimenti grassi non migliora la salute delle persone, che invece trarrebbero benefici se il consumo dei carboidrati si attestasse al di sotto del 60% dell'introito calorico complessivo.
Cosa ha scoperto la ricerca sul rapporto tra grassi e salute
Gli studiosi hanno analizzato le abitudini alimentari delle popolazioni-target in relazione all'incidenza della mortalità, con un focus sui decessi per eventi cardiovascolari.
Si può mangiare anche il burro! Il dottor Luca Avoledo, biologo nutrizionista, spiega in che misura consumare questo temuto grasso a "La Prova del Cuoco" su Rai1, ospite di Elisa Isoardi. |
Dai dati è emerso che l'introito anche significativo di grassi non solo non risulta nocivo ma ha persino effetti protettivi, traducendosi nella riduzione del 18% del rischio di ictus e del 30% della mortalità per cause non cardiovascolari.
Per converso, i soggetti con una dieta con un'importante quota di carboidrati mostravano un rischio di mortalità aumentato di quasi il 30%.
A esercitare un'influenza benefica sulla salute di cuore e arterie sono soprattutto i grassi monoinsaturi e polinsaturi, come quelli presenti nell'olio extravergine d'oliva e in certe specie di pesci (le più ricche di omega 3).
Lo studio evidenzia tuttavia che persino i grassi saturi, a lungo colpevolizzati e addirittura denominati "grassi cattivi", possono avere un efficacia preventiva, soprattutto per ciò che riguarda l'ictus, e non andrebbero comunque banditi dalla dieta.
Il ruolo dei lipidi nell'alimentazione
Il messaggio che si ricava da questo lavoro scientifico è un richiamo alla misura e a esercitare il pensiero critico nelle scelte alimentari.
Se è vero che consumare grassi in eccesso danneggia la salute, anche eliminare questi nutrienti dalla dieta o ridurli drasticamente rappresenta un grave errore. Nelle giuste dosi, i lipidi fanno bene e sono tanto indispensabili quanto lo sono proteine e carboidrati.
E' un fatto però che le abitudini a tavola siano state influenzate da un'ascientifica campagna di denigrazione dei grassi.
E' così cresciuto esponenzialmente il mercato degli alimenti ipocalorici, dove il posto dei grassi è spesso paradossalmente rimpiazzato dallo zucchero, una sostanza più nociva dei lipidi non solo per il peso, ma anche per la salute metabolica in senso ampio e persino per la capacità di aumentare il rischio di alcuni tipi di cancro.
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Non deve poi sfuggire l'altra sottolineatura dello studio PURE che affianca la riabilitazione dei grassi alimentari, ossia l'invito a non abusare dei carboidrati. Sono infatti pasta, pane e prodotti da forno, oltre al citato zucchero, a connotare la dieta di molti italiani, a scapito non solo dei lipidi, ma anche delle proteine della carne, del pesce e delle uova, con conseguenze misurabili nel dilagare di malattie quali diabete e obesità, che hanno assunto oggi la forma di vere pandemie.
L'orientamento che dovrebbe ispirare quanti vogliono mangiare in modo salutare è quello di rispettare la logica dell'inclusione ragionata nella dieta di tutte le categorie di nutrienti, grassi compresi, tendendo a variare il più possibile la composizione dei menu nell'arco della settimana e ridimensionando la quota proporzionale di pasta, pane, riso e altri farinacei.
Articolo di
biologo nutrizionista, dottore magistrale in scienze della nutrizione umana, dottore magistrale in scienze naturali, master universitario in naturopatia.
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FONTI E BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA
- Dehghan M et al, "Associations of fats and carbohydrate intake with cardiovascular disease and mortality in 18 countries from five continents (PURE): a prospective cohort study", Lancet, 2017 Nov 4;390(10107):2050-2062.