Come scegliere i migliori integratori di curcuma biodisponibile

Capsule di curcumina
I principi attivi di Curcuma longa hanno effetti antinfiammatori, antiossidanti e anticancro, ma sono poco assimilabili. Ecco come scegliere i migliori integratori di curcuma biodisponibile.

Le proprietà della curcuma (Curcuma longa) sono documentate da una vasta letteratura scientifica. Il principio attivo più importante di questa spezia indiana, responsabile di benefici per la salute ampi e polivalenti, è la curcumina.

Insieme ad altre sostanze affini e sinergiche chiamate curcuminoidi la curcumina esercita un'attività antinfiammatoria, antiossidante e antimicrobica, che aiuta a proteggere i neuroni dalla degenerazione provocata dalla malattia di Alzheimer, a trattare molteplici manifestazioni dolorose, a difendere da raffreddore, influenza e altre infezioni e persino a prevenire e contrastare diverse forme di cancro.

Negli ultimi anni la popolarità di questa spezia è andata crescendo rapidamente, ma non sempre è stato diffuso o pienamente percepito il messaggio che riguarda la scarsa biodisponibilità dei principi attivi della curcuma.

Dal momento che il corpo fatica ad assimilare curcumina e curcuminoidi, le ricadute effettive sulla salute della curcuma rischiano di non essere proporzionate ai notevoli benefici potenziali.

Le nuove frontiere della ricerca sono orientate a individuare soluzioni capaci di aumentare la biodisponibilità della curcumina, in modo da ottimizzare l'utilizzo di questa sostanza da parte dell'organismo e la conseguente espressione della sua attività biologica.

Perché la curcumina è poco biodisponibile


Le ragioni che spiegano la poca biodisponibilità della curcumina sono note.


Ridotto assorbimento

La curcumina è difficilmente assimilata a livello intestinale: solo una piccola quota del principio attivo passa nel flusso sanguigno per poi essere distribuita ai tessuti e alle cellule.


Trasformazione chimica nel fegato

Nel fegato avvengono reazioni che modificano la curcumina. I metaboliti che derivano da questi processi, quali l'esaidrocurcumina, hanno un'efficacia inferiore rispetto al principio attivo originario.


Bassa emivita

Già dopo un paio ore dall'ingestione di curcuma i livelli di curcumina nel sangue si riducono significativamente.

Come aumentare la disponibilità biologica della curcumina


Nell'articolo sugli usi della curcuma in cucina ho descritto preparazioni e ricette con cui valorizzare le proprietà di questa spezia.

Effetti più profondi si ottengono con integratori alimentari di curcuma formulati con procedure biotecnologiche che massimizzano la biodisponibilità della curcumina e ne mantengono al contempo benefici e tollerabilità.

Le soluzioni migliori per assicurarsi i tanti pregi della curcumina sono quattro.


1) Curcuma con piperina

L'abbinamento tra pepe e curcuma, facile da realizzare in cucina, viene impiegato anche in fitoterapia, considerata la dimostrata capacità della piperina, l'alcaloide a cui si deve il gusto pungente del pepe nero, di aumentare anche del 2.000% la biodisponibilità della curcumina.

La piperina inibisce infatti l'attività enzimatica responsabile della glucuronazione, quella fase del processo di detossificazione epatica con cui vengono metabolizzate sostanze potenzialmente nocive e principi attivi e che coinvolge anche la curcumina. In commercio si trovano integratori alimentari contenenti curcuma titolata in curcumina e piperina.

Un limite delle formulazioni di curcuma con piperina è costituito dal fatto che questo alcaloide del pepe interferisce con reazioni biochimiche necessarie per depotenziare o neutralizzare composti tossici e per il metabolismo dei farmaci.


2) Curcuma micronizzata

Diversi studi hanno dimostrato che la curcumina è più facilmente assorbita dal corpo quando si assume curcuma in forma micronizzata. La riduzione della polvere di radice di Curcuma longa in particelle di dimensioni ancora più piccole rispetto a quelle della spezia utilizzata a scopo gastronomico agevola il trasporto del principio attivo nel torrente ematico.

Gli integratori di curcuma micronizzata in genere sono sotto forma di capsule.


3) Curcuma micellare

Uno degli ostacoli all'assorbimento della curcumina è la sua scarsa idrosolubilità. Per ovviare a questo problema sono stati messi a punto procedimenti che inglobano il principio attivo in piccoli aggregati di molecole, le micelle.

Queste microsfere agiscono da trasportatori, facendo sì che la curcumina venga assorbita più velocemente, veicolata con maggiore efficacia ed eliminata in modo più lento dall'organismo. Una ricerca apparsa su Molecular Nutrition and Food Research ha documentato che la curcuma in formulazione micellare è ancora più assorbibile della curcuma micronizzata. Gli estratti di curcuma in matrice micellare sono in genere disponibili sotto forma di perle.


4) Curcuma fitosomata

Una delle formulazioni ritenute più efficaci è la curcuma fitosomata. Il fitosoma è un complesso formato da un derivato vegetale (la curcumina in questo caso) e un fosfolipide (come la lecitina di soia).

I fosfolipidi, categoria di grassi che formano la membrana cellulare e che sono quindi ben rappresentati anche nel corpo umano, hanno una struttura chimica in grado di aumentare l'assorbimento di principi vegetali poco assimilabili, come appunto la curcumina, presenti nelle sostanze a cui si legano. E' stato verificato che l'estratto di curcumina complessato con fosfolipidi risulta notevolmente più biodisponibile rispetto ad altre preparazioni. Gli integratori alimentari di curcuma fitosomata sono in genere prodotti con tecnologie brevettate.
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