Il ginkgo (Ginkgo biloba) è la pianta a semi più antica del pianeta, di cui sono state rinvenute tracce fossili risalenti a centinaia di milioni di anni fa. I suoi principi attivi (soprattutto ginkgolidi e flavonoidi) ne fanno uno dei presidi naturopatici più indicati per migliorare la circolazione, sia centrale che periferica.
L'azione principale del ginkgo è infatti quella di contrastare l'aggregazione piastrinica e la formazione di coaguli sanguigni, aiutando così a ridurre il rischio cardiovascolare.
Le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del ginkgo e la protezione che esercita su cuore e arterie si rivelano preziose in un'ampia gamma di situazioni. Esaminiamole in dettaglio.
1) In presenza di deficit di memoria o scarsa lucidità mentale. Numerosi studi scientifici, tra cui una ricerca del marzo 2012 su ginkgo e Alzheimer, hanno dimostrato che i componenti di questa pianta sono utili contro il deterioramento cognitivo tipico della malattia di Alzheimer e di altre forme di demenza senile, in primo luogo di tipo vascolare.
2) Per alleviare il gonfiore e il senso di pesantezza agli arti inferiori, frequenti in estate, ma anche durante il resto dell'anno soprattutto in chi è costretto a stare in piedi a lungo. In questi casi Ginkgo biloba funziona in modo eccellente, ancor più se abbinato ad altri rimedi flebotonici, come quelli descritti nell'articolo che abbiamo dedicato ai rimedi naturali per le gambe gonfie, stanche e pesanti.
3) Qualora si soffra di acufene o tinnito (la percezione di un fastidioso fischio o ronzio nelle orecchie) e anche in caso di vertigini non imputabili a una causa organica.
4) Nell'approccio alla disfunzione erettile (comunemente, ma impropriamente, chiamata impotenza), quando questa sia il sintomo di un'insufficienza venosa o la spia di un problema cardiocircolatorio.
5) Più in generale, per combattere lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi e l'aterosclerosi.
La posologia del ginkgo è di 40-80 milligrammi di estratto secco titolato e standardizzato al 24% in flavonoidi e al 6% in ginkgolidi 2-3 volte al giorno.
Per ciò che riguarda le principali controindicazioni del ginkgo, questo fitoterapico dovrebbe essere evitato da chi sia in terapia con anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici (warfarin, ma anche aspirina, aspirinetta, cardioaspirina). Una certa cautela andrebbe osservata anche qualora si sia in trattamento con diuretici tiazidici, farmaci usualmente prescritti contro l'ipertensione.
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