L'arnica (Arnica montana) è una pianta erbacea perenne originaria dell'Europa, che in Italia troviamo in prossimità delle Alpi e sugli Appennini. Appartiene alla famiglia delle Asteracee (o Composite) e si distingue per i bei fiori giallo-aranciati, dal gradevole odore aromatico, che punteggiano prati e pascoli da maggio ad agosto.
L'utilizzo a scopo salutistico dell'arnica risale almeno al XVI secolo. Le proprietà antiflogistiche, antidolorifiche e antiecchimotiche dell'arnica ne hanno fatto nel tempo una delle soluzioni più conosciute e apprezzate in fitoterapia contro le conseguenze dei piccoli infortuni. L'arnica è diventata così il rimedio naturale per eccellenza degli sportivi e il toccasana pronto all'uso per tante mamme, spesso costrette a soccorrere scatenati, piccoli campioni di corse e giochi all'aria aperta.
Formidabile è infatti il potere antinfiammatorio e analgesico che l'arnica esercita nei confronti dei traumi, in particolare a carico dei tessuti molli superficiali, che frequentemente danno luogo a ecchimosi. A contatto con la zona colpita, l'arnica favorisce il riassorbimento dell'edema e riduce velocemente il dolore e il livido. L'impiego di quest’erba officinale è quindi quanto mai utile in caso di contusioni, distorsioni, piccole fratture (ad esempio quelle dolorosissime delle dita dei piedi), ma anche contratture, slogature, crampi muscolari.
Meno nota, ma per certi versi ancora più interessante, è la capacità dell'arnica di alleviare il dolore e contrastare i sintomi invalidanti di alcune forme di artrosi. Risale al 2007 uno studio pubblicato su Rheumatology International che ha dimostrato come in queste circostanze l'uso topico dell'arnica riscuota gli stessi benefici dell'ibuprofene, diffusissimo farmaco antinfiammatorio non steroideo (dai nomi commerciali di Moment, Nurofen, Buscofen, Cibalgina).
In questa ricerca, 204 soggetti affetti da artrosi alle mani in forma moderata o grave - vale a dire già evoluta in deformità visibili (tipicamente, nocche ingrossate e falangi deviate verso l'esterno) - sono stati suddivisi in due gruppi e trattati rispettivamente con ibuprofene o arnica. In entrambi i casi, si è utilizzato un preparato in gel, raccomandando di massaggiare le parti interessate per tre volte al giorno e di non lavare le mani dopo l'applicazione per almeno un'ora. Il tutto per tre settimane.
I risultati non lasciano margine al dubbio: tutti e due i gruppi evidenziavano, con valori numerici confrontabili, una sensibile diminuzione del dolore e un parziale recupero funzionale, misurabile nella capacità prensile della mano, nella possibilità di maneggiare oggetti, nella mobilità delle dita. Un esito che non può che far piacere a tutti coloro che sono obbligati ad assumere antidolorifici di sintesi, non sempre ottimamente tollerati.
Se gli effetti sono tanto marcati, come possiamo attrezzarci per avere sempre a disposizione questo portentoso lenitivo naturale? Il mercato offre un ampio ventaglio di prodotti a base di arnica: pomate, creme, unguenti, tinture madri, in cui si ritrovano i principi attivi della pianta, estratti da radici e fiori. Le virtù antiflogistiche e antalgiche di Arnica montana si devono infatti principalmente a due lattoni sesquiterpenici, elenalina e diidroelenalina.
Modalita d'uso e controindicazioni dell'arnica? E' importante segnalare che l'utilizzo dell'arnica è solo esterno, perché questa pianta è tossica se ingerita e può avere effetti anche gravi a carico del cuore e dell'apparato gastrointestinale. L'impiego topico è invece sicuro. Non va tuttavia applicata su lesioni né in vicinanza di occhi e bocca. Solo in soggetti predisposti, l'arnica può innescare fenomeni di sensibilizzazione, con formazione di vescicole o eczemi. L'arnica non è indicata in chi soffre di allergia alle Composite.
Atleti, ragazzini indomabili, nonni dai capelli d’argento: a tutti l'arnica può fornire un aiuto... e la morsa del dolore si allenta, dolcemente.
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